Eva Carazzolo e Cecilia Collura ci invitano a un grande viaggio, ricco di sonorità rare, grazie all’accostamento piuttosto inusuale di due pianoforti a coda sullo stesso palcoscenico. Il repertorio per due pianoforti riveste un posto particolare nella musica da camera; simile al pianoforte «a quattro mani», uno dei simboli della musica da salotto, ne è in realtà lontanissimo, e non solo per l’ingombro. Anche la destinazione concertistica è concettualmente molto diversa. Scrivere per due pianoforti significa permettere a entrambi gli esecutori una gestualità e un virtuosismo che nel quattro mani restano forzatamente costretti. Nella Sonata in Re maggiore K 448 di Mozart, per esempio, viene così esaltato lo spirito concertante. Nella Suite dello Schiaccianoci di Čajkovskij la capacità dei due pianoforti di evocare i suoni dell’ orchestra ne mantiene vivide le atmosfere incantate , come quelle lugubri e inquietanti nella Danse Macabre di Saint Saëns , mentre , giocando con i temi nel finale del concerto per pianoforte in Fa maggiore K 459 di Mozart ,elaborati magistralmente da Busoni nel suo Duettino Concertante, si coniugano perfettamente elementi classici e neoclassici .
Ingresso libero
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